Morti&Contenti

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Grasse Matinée di René De Obaldia
Il teatro di De Obaldià affronta temi contemporanei anche drammatici, seppur calati in un contesto comico, con un evidente richiamo al mondo assurdo e surreale di Ionesco: si passa dalla realtà all’immaginazione grazie all’uso particolare di un linguaggio che trae spunto dalla polemica sull’uso della parola nel mondo odierno. Grassee Mattinée parla di due donne morte, che nelle rispettive bare ricordano avvenimenti della loro vita, aspettando il Giorno del Giudizio. Un linguaggio ricco e divertente, pieno di ritmo e humor, ma che sottende i temi fondamentali dell’esistenza. Leggerezza e profondità sono costanti in questo atto unico, dove la vita e la morte si trovano a coesistere in parallelo.

NOTE DI REGIA
La scrittura di De Obaldia mi ha incuriosito, in quanto nelle sue opere troviamo sempre il desiderio di divertire nella convinzione che, per toccare profondamente il pubblico, il comico sia importante anche quando risulta evidente l’amarezza di forti tematiche esistenziali, che in questoi testo chiamano in causa suggestioni ultraterrene. L’ambiente realistico cimiteriale è voluto appunto per contrastare la vena comica e l’assurdo della situazione in cui vengono a trovarsi le protagoniste. I due personaggi infatti li ho visti come spiriti delle defunte che si muovono saltellando tra le tombe tra rumori di treni, suoni di campane, gracchiare di corvi, spari di fucili, esprimendo sentimenti contrastanti come gioia, risentimento e ansia.Tutto questo non porta le due donne necessariamente alla disperazione, ma malgrado tutto le apre alla fede dell’uomo su una sorta di meraviglia che tende all’aldilà.

 
Un Posto Tranquillo di Aldo Nicolaj
Aldo Nicolaj, commediografo, versatile e prolifico, con le sue opere ha accompagnato l’evoluzione storica e sociale della seconda parte del novecento, osservando la realtà con sottile ironia e con moderato pessimismo. Nell’atto unico UN POSTO TRANQUILLO, marito e moglie, amanti del silenzio assoluto, si sono rifugiati su un’isola e hanno costruito la loro casa in una foresta al riparo da qualsiasi rumore. Perfino il bimbo appena nato viene tenuto in una culla con i tappi nelle orecchie e una garza sugli occhi. Non piange e forse non ha più vita…. Arriva in modo avventuroso uno zio dall’Australia per ritrovare tutta la famiglia, compreso il padre del marito, suo fratello. Stupito del modo di intendere la vita, chiede dei parenti e il nipote lo invita a scendere in un sotterraneo, dove “riposa” l’intera famiglia. Fatto fuori l’ultimo parente i due coniugi potranno riposare nel silenzio assoluto della loro vita , conquistato con la follia omicida dei loro cari. Un noir surreale.

NOTE DI REGIA
Ritrovare i testi teatrali di Aldo Nicolaj è stata un’esperienza importante come regista, perché questo autore spazia dalla comicità, nei suoi molteplici registri, alla drammaticità, dando vita a personaggi e aspetti insoliti e bizzarri della realtà. In questo atto unico i due protagonisti danno libero sfogo al loro desiderio inconscio di Pace e Tranquillità, liberandosi, nel vero senso della parola, del mondo che li circonda. Con una interpretazione surrealista ecco l’ambientazione onirica con scene e costumi privi di colori e mobili trasparenti. Unica ad incombere è una grande culla dove la vita che dovrebbe contenere, in realtà è ancora una volta finzione. La recitazione è quindi "sopra le righe" e fa emergere lentamente la lucida follia, simbolo di ribellione alle convenzioni culturali e sociali e concepita come una trasformazione totale della vita. 

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